Casa 212, simbolo e ricordo indelebile per i colleferrini, divenne abitazione di tanti bambini rimasti orfani di padre o di madre in quella tersa e fredda mattina di gennaio del 1938.
Alle ore 7:55 di sabato 29 gennaio 1938, il tremendo boato scuote profondamente tutta la città.
Lo scoppio dei reparti per la produzione del tritolo, dello stabilimento di esplosivi Bombrini Parodi Delfino, cambia la vita delle 59 famiglie delle vittime, dipendenti della società BPD (cfr. lettera del 3 giugno 1939 sulla consegna delle ricompense; elenco delle vittime dello scoppio, fogli 1, 2 e 3).




Immediata la volontà dell’ing. Leopoldo Parodi Delfino, di edificare la “Casa” che ospiterà per molti anni gli orfani di quel tristissimo evento, tanto che a soli due giorni dall’accaduto, il 31 gennaio 1938, l’ing. Parodi chiede udienza al Primo Ministro del Regno d’Italia Benito Mussolini, per stabilire le modalità di provvedimenti previdenziali e sociali da offrire ai familiari delle vittime (Cfr. Doc. 1 e Doc. 2, appunti per il Duce).


Il Primo Ministro concede l’udienza giovedì 10 febbraio 1938 alle ore 18:00 ma la anticiperà a sabato 5 febbraio 1938 alle ore 11:00 presso Palazzo Venezia (cfr. dispaccio telegrafico del 1° febbraio e il successivo “urgentissimo” del 4 febbraio, oltre al telegramma di invito all’ing. Parodi in pari data).



Seguirà una attività febbrile che condurrà al raggiungimento dell’obiettivo con estrema rapidità.
L’Orfanotrofio vanta, per l’appunto, la progettazione dell’ing. Riccardo Morandi e la realizzazione della Impresa Magrini di Roma in tempo record: meno di tre mesi.
L’offerta datata 4 aprile 1938, avanzata congiuntamente dall’ing. Morandi e dall’impresario Magrini, impegnava infatti i firmatari a consegnare l’immobile completo in ogni sua parte il 10 luglio 1938 (cfr. offerta e preventivo di spesa per la costruzione dell’Orfanotrofio).

