L’edificio è posto a conclusione, occupandone i due lati, del lotto di pertinenza della chiesa e della canonica; è articolato in due bracci, ruotati tra di loro di un angolo leggermente minore di 90 gradi, impostati su un netto asse di simmetria che, come quello della chiesa, corre in direzione est–ovest.
Dai disegni acquisiti, l’elemento caratterizzante della facciata è, oltre al suo sviluppo curvilineo in corrispondenza dell’incrocio tra Via Buozzi e Via Leonardo da Vinci, il portale d’ingresso incorniciato da un trilite. Lo stesso concetto è ripreso nell’ingresso al Mercato Coperto su Via Sobrero e negli ingressi della caserma dei Vigili del Fuoco e della MVSN (Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale) in Via I Maggio. Inoltre, è da notare la soluzione adottata per le finestre ad accentuare l’orizzontalità dell’edificio, che è la stessa impiegata per i dormitori operai in Via dell’Artigianato.
La Casa della Madre e del Bambino, con le sue funzioni specialistiche di asilo nido ed infantile, consultorio pediatrico e ostetrico, sala parto e refettorio materno, rappresenta insieme alla chiesa, alla canonica e al Centro d’Igiene sociale, il polo a carattere assistenziale e religioso della città.
Come era uso nei villaggi operai posti lontani dalla città e realizzati su terreni ameni da urbanizzare, come garanzia di manodopera stabile, il “padrone” garantiva al lavoratore tutti i confort necessari, dalla casa alle opere assistenziali e ludiche.
L’edificio è distrutto durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale, e tra il 1945 e il 1951 è sostituito da un altro edificio a carattere assistenziale ma di diverso aspetto e volume: Casa di Assistenza Pio XII.