Le case a schiera fanno parte del sistema di edifici a bassa densità (case a schiera e ville) situati nell’area a conformazione collinare.
Sono state individuate due fasi di lottizzazione corrispondenti all’edificazione di tipi edilizi differenti.

Nella prima fase, 1935–38, vengono costruite le case di tipo I, tipo II, tipo III, tipo VII, tipo VIII per operai e la casa di tipo B per dirigenti.

Si tratta per lo più di case a schiera con un numero di alloggi per edificio variabile da otto a dodici.
Nella seconda fase costruttiva, corrispondente al terzo anello di lottizzazione, vengono invece costruite “ville”, con un conseguente numero minore di alloggi per edifici: case di tipo X, XI, XII, XIV, XV per operai e case di tipo E per dirigenti.

Di seguito si descrivono alcuni tra i tipi edilizi menzionati.
Case operaie tipo I: Casa 102
Edificio a ballatoio su due piani con scala interna in posizione centrale, con quattro alloggi per piano e una superficie media netta per alloggio di 30 mq; copertura a falde inclinate.


Case operaie tipo II: Case 101, 103, 142 e da 107 a 120
Case a schiera su due piani con alloggi a sviluppo verticale dal numero variabile per edificio da quattro a sei. La superficie netta media per alloggio è di 60 mq. Per il tipo II, la conformazione planimetrica dei singoli edifici varia in funzione della loro localizzazione: alcuni assumono una conformazione curvilinea parallela all’andamento della strada (Case da 107 a 114 con esclusione di Casa 109). Ogni “cellula”, a pianta quadrangolare, presenta sul lato dell’ingresso un aggetto volumetrico, segnalato in copertura dalla presenza di un “timpano”, atto a contenere i servizi igienici al piano superiore e la cucina al piano inferiore. Nelle soluzioni d’angolo dei lotti sono presenti delle variabili, con alloggi ad ingresso laterale e con una superficie netta maggiore (Case 108, 114, 116, 120). Le modalità di aggregazione delle singole unità edilizie comportano una differenziazione complessiva degli edifici. Di tutti gli edifici a schiera menzionati solo il tipo II presenta un’unità abitativa a sviluppo verticale con la zona giorno al piano terra e la zona notte al piano superiore. Anche le dimensioni degli alloggi sono maggiori nel tipo II. Tali abitazioni più grandi sono destinate alla manodopera specializzata.


Case operaie tipo III: da Casa 104 a 106
Casa operaia su due piani con quattro alloggi accostati per piano e una superficie netta per unità edilizia pari a 35 mq: copertura a falda inclinata. La distribuzione ai vari alloggi avviene attraverso una scala esterna e un ballatoio ad uso promiscuo paralleli alla facciata. Il tipo edilizio è confrontabile con il progetto morandiano per un “elemento tipo per casetta a schiera da costruire a Colleferro” redatto nel 1936.


Case operaie tipo VII: da casa 127 a 133 e da 135 a 141
Edificio a schiera su due piani con un numero variabile di alloggi per piano da quattro a sei. La superficie netta per ogni unità abitativa è pari a 30 mq. Gli ingressi alle singole unità edilizie sono in posizione alternata: gli alloggi situati ai piani terra hanno l’ingresso diretto sul fronte stradale principale, mentre quelli ai piani superiori si trovano sul fronte secondario e sono serviti da una scala (il numero dei pioli è variabile e dipende dalla pendenza del terreno). Il tetto è a falde inclinate. Gli aggetti volumetrici, atti a contenere cucina e servizi igienici, sono sovrastati, come nel tipo II da un ulteriore elemento: timpano.


Case operaie tipo VIII: da casa 121 a 126
Edificio a schiera su due piani con un numero di alloggi per piano variabile anche qui da quattro a sei. La superficie netta è, per unità abitativa, di 55 mq circa. In questo caso viene sfruttata in maniera evidente la pendenza del terreno. Nei punti più alti del lotto sono posti gli ingressi ai piani superiori, mentre sulla facciata opposta e nei punti più bassi sono posti gli ingressi ai piani terra. La copertura anche qui è a falde inclinate e gli aggetti volumetrici sono sovrastati da un timpano.