Le case in linea realizzate tra il 1934 e 1935 sono tre: Casa 54, Casa 55 e Casa 56.
Queste rappresentano i primi fabbricati ad uso civile progettati da Riccardo Morandi a Colleferro.
CASA 54 – Via Santa Barbara, 1-3
Con il progetto “Casa operaia a Colleferro” nasce il sodalizio tra il presidente della Società BPD ing. Leopoldo Parodi Delfino e il giovane ing. Riccardo Morandi.
Corre l’anno 1934: la fabbrica amplia i reparti di lavorazione per provvedere alle nuove ed urgenti commesse di produzione bellica. I nuovi operai assunti con i familiari al seguito necessitano di abitazioni.
L’ing. Morandi prospetta a Parodi soluzioni di edifici in struttura portante con telai in cemento armato e ad alta densità abitativa composti da cinque piani (Casa 54 e Casa 56) con lavatoi in copertura e lastrici solari da utilizzare a stenditoi.
Il fabbricato in linea si compone di due scale separate e distinte con vetrate continue verticali a nastro che evidenziano dall’esterno:
- il pianerottolo di attesa,
- due rampe rettilinee
- gli ingressi agli appartamenti.
Ad ogni piano sono previste tre abitazioni di superficie pari a 55 mq utili, e quelle al piano terra rialzato godono anche di un piccolo appezzamento di terra da destinare ad orto e giardino (cfr. pianta e sezione, Dis. 931, anno 1934).
La datazione relativa alla esecuzione dello stabile, destinato alle famiglie degli operai, è desumibile dal disegno E/1011, che mostra il prospetto esecutivo datato 28 marzo 1934 (cfr. prospetti, Dis. 1011, 1076 e 1077).
CASA 55 – Corso Garibaldi n. 6-8
La costruzione in struttura portante in telai in cemento armato ha inizio nello stesso anno 1934 appena completata Casa 54. Si sviluppa su quattro piani con due scale per complessive 24 unità abitative della superficie netta di circa 55 mq utili ad appartamento. Quelli al piano terra rialzato godono anche di un piccolo appezzamento di terra da destinare ad orto e giardino.
La soluzione architettonica adottata dal progettista rende questo fabbricato interessante dal punto di vista estetico, per la presenza in facciata, in corrispondenza delle scale, dell’elemento vetrato continuo verticale, con infissi in ferro.
La conformazione ad angolo denuncia, infatti, l’assenza della struttura portante verticale. Il recente restauro, nell’anno 2015, esalta efficacemente gli elementi della facciata con la sostituzione dei soli vetri, oggi del tipo “Visarm” antinfortunistici, pur conservando gli originali telai in ferro.
Precedenti interventi di risanamento conservativo e ripristino dei prospetti dell’edificio, posero (presumibilmente negli anni Sessanta del XX secolo) sulla copertura prospiciente Corso Garibaldi lo sporto di gronda, in lamiera verniciata, per proteggere il fabbricato dagli agenti atmosferici.
CASA 56 – Via Latina, Via Giovanni XXIII da cui si accede.
L’edificio di lunghezza notevole si sviluppa su due vie di comunicazione urbana confluenti secondo un angolo acuto. Il progettista escogita una soluzione curvilinea architettonicamente interessante e funzionale, che unisce i tratti rettilinei del fabbricato.
La struttura portante in telai di cemento armato, presenta un giunto tecnico (vedi i doppi pilastri 10-11, 52-52′ e 23-23′ sulla pianta del solaio tipo, Dis. e/1392 del 4 marzo 1935) che divide in due la estrema lunghezza dell’edificio.
La soluzione, oggi scontata anche per le norme antisismiche in vigore, nel 1935 costituiva ardita avanguardia, di pochi professionisti di provate capacità nel settore.
Lo stabile si compone di cinque piani, ma sul lato più lungo, prospiciente Via Latina, dopo il giunto tecnico, diventa di sei piani con il locale scantinato. Quarantacinque famiglie trovano alloggio su tre vani scala.
La superficie per appartamento varia da un minimo di 55 mq ad un massimo di 70 mq utili.