La chiesa, dedicata a Santa Barbara (patrona della città di Colleferro), è progettata dall’ing. Riccardo Morandi su commissione dell’ing. Leopoldo Parodi Delfino.
La costruzione ha inizio con la posa della prima pietra domenica 12 luglio 1936 e si conclude ufficialmente mercoledì 13 ottobre 1937 con la dedicazione della chiesa a Santa Barbara.
Realizzata in stile neoromanico, presenta una pianta basilicale a tre navate di cui la centrale è più alta delle laterali. L’edificio sacro (lungo 40,25 m, largo 16,30 m ed alto 13,25 m) è caratterizzato dal particolare pronao (alto 19,60 m) e dalla torre campanaria (alta 27,20 m) realizzati con solette verticali di minimo spessore (15 cm) in conglomerato di cemento lasciato a faccia vista.
Nella descrizione dei materiali da usare per la realizzazione della chiesa l’ing. Riccardo Morandi scrisse: “Pronao in conglomerato di cemento, sabbia, pietrisco calcareo e scaglie di selce, senza intonaco e con la superficie martellinata a grana grossa”.
Il progettista riesce così a coniugare le esigenze statiche con quelle estetiche grazie all’utilizzo dell’innovativo materiale che la tecnologia mette a disposizione nei primi anni Trenta del XX secolo: conglomerato cementizio con interposta armatura in ferro.
Lo stesso ing. Riccardo Morandi dice più volte: “Per risolvere lo stesso problema strutturale ci sono molte maniere, tutte valide dal punto di vista statico, economico e funzionale ma la scelta definitiva spetta al progettista e riguarda l’aspetto estetico e sociale che conferisce carattere e bellezza all’opera”.
L’ingresso principale è ubicato sulla parete occidentale, in asse con l’abside, rispettando così il tradizionale orientamento basilicale; l’ingresso laterale, invece, si apre su di un ampio sagrato.
La facciata principale riproduce l’immagine delle grandi arcate dell’antico castello medievale dei Conti di Segni, posto sulla collina a baluardo della Via Latina, che all’epoca della costruzione della chiesa risultava ancora ben visibile. Le tre grandi arcate della stessa altezza, che corrispondono alle tre campate del pronao antistante la chiesa, sono comunicanti tra loro.
L’arcone centrale incornicia il portone di ingresso principale sormontato da una grande croce alta più di 7 m, tagliata direttamente sulla parete dell’aula. Il pronao presenta un’altezza maggiore rispetto alla copertura della navata centrale, alla quale si appoggiano le coperture delle navate minori. Il campanile e i locali di ministero pastorale sono accostati al fronte meridionale.
Per risolvere lo stesso problema strutturale ci sono molte maniere, tutte valide dal punto di vista statico, economico e funzionale ma la scelta definitiva spetta al progettista e riguarda l’aspetto estetico e sociale che conferisce carattere e bellezza all’opera.
R. Morandi
La zona presbiteriale è divisa dalla navata da un arco trionfale di forma rettangolare sostenuto da coppie di pilastri alla base dei quali sono posti l’ambone e il fonte battesimale. Quindici monofore, di cui dodici nella navata centrale e tre nell’abside, illuminano l’aula. In conseguenza dell’installazione del mosaico di Santa Barbara al centro dell’abside, vengono aperte due nuove finestre.
Il campanile presenta tre monofore disposte verticalmente per garantire l’illuminazione della scala interna mentre, in sommità, una serie di sedici monofore lo cingono all’altezza delle campane per permettere una maggiore diffusione del suono delle stesse. Sul finire degli anni Ottanta del XX secolo l’edificio di culto viene adeguato liturgicamente secondo i dettami del Concilio Vaticano II con l’unione dell’area presbiteriale all’aula liturgica, con l’altare rivolto verso l’assemblea per la celebrazione eucaristica comunitaria nella messa “rinnovata”.
A luglio del 1992 iniziano i lavori per elevare di un piano la casa canonica, secondo quanto previsto dallo stesso ing. Morandi in tutti i progetti architettonici del centro parrocchiale del 1936, ma all’epoca mai realizzato per mancanza di risorse economiche. L’ampliamento con la sopraelevazione comportano l’adeguamento antisismico dell’intero edificio separandolo dalla torre campanaria. L’intervento edilizio permette inoltre la costruzione della nuova cappella intitolata a San Giovanni Bosco per le messe del mattino e durante la stagione invernale e dota il complesso architettonico di nuovi spazi necessari alla comunità parrocchiale che ormai conta ottomila persone, il doppio rispetto alla data di costruzione.
Opere artistiche contenute all’interno
- Crocefisso bronzeo. Unica copia dall’originale realizzato da Donatello nel 1443 e collocato sull’altare maggiore della Basilica di Sant’Antonio a Padova.
- Mosaico rappresentante Santa Barbara. Mosaico con tessere in oro, alto 9,50 m e largo 4,30 m posto in fondo al catino absidale su struttura metallica piana a forma di croce stilizzata. Realizzato nel 1967, rappresenta Santa Barbara che esce indenne dalla esplosione proteggendo gli stabilimenti e la città di Colleferro di cui è patrona. Opera del prof. Marino Mazzacurati (San Venanzio di Galliera 1907 – Parma 1969). Dono della sig.ra Lucie Henny, moglie dell’ing. Leopoldo Parodi Delfino.
- Simboli dei quattro evangelisti. Rilievi in marmo posti nella navata principale e realizzati dallo scultore Publio Morbiducci (Roma 1889 – 1963).
- Via Crucis in quattordici quadri in mosaico in stile bizantino. Mosaici posti sulle pareti della navata centrale, realizzati dall’artista Giorgio Saltelli (Roma 1921 – 1978) nel 1941.
- Vetrate decorate. Quattro nell’abside con simboli legati a Santa Barbara, dodici laterali con i ritratti degli Apostoli e una a riempire la croce centrale, realizzate da Franca Dalcomune nel 1995.
- Bassorilievi sulla facciata. In marmo e bronzo, rappresentano la Crocifissione e la Resurrezione. Realizzati da Roberto Gentili (Roma 1952 – Colleferro 2018) nel 1996.
- Portali bronzei a bassorilievo. Quello centrale (2000) è decorato con scene bibliche e relative al lavoro; quello laterale (2007) si ispira a un passo dell’Apocalisse. Entrambi sono stati realizzati da Franca Dalcomune.
Notizie
- Posa della prima pietra domenica 12 luglio 1936
- Benedizione delle tre campane martedì 29 giugno 1937 (festività dei Santi Pietro e Paolo):
prima campana del peso di 590 kg, dedicata a Santa Barbara
seconda campana del peso di 378 kg, dedicata a San Paolo
terza campana del peso di 272 kg, dedicata a San Gerardo - Dedicazione della chiesa a Santa Barbara mercoledì 13 ottobre 1937
- Celebrazione eucaristica alla memoria di Paolo e Gerardo Parodi Delfino giovedì 14 ottobre 1937